Icona del programma TextEdit

Dear Kate,
Here’s to the crazy ones. The misfits. The rebels.
The troublemakers. The round pegs in the square
holes. The ones who see things differently. They’re
not fond of rules. And they have no respect for the
status quo. You can praise them, disagree with them,
quote them, disbelieve them, glorify or vilify them.
About the only thing you can’t do is ignore them.
Because they change things.

Cara Kate,
ecco uno dei pazzi. Uno dei disadattati. Dei ribelli.
Gli imbroglioni. Le caviglie rotonde nelle scarpe
quadrate. Gli unici che vedono le cose diversamente. Loro
non sono amanti delle regole. E loro non hanno rispetto per
le condizioni sociali. Tu puoi elogiarli, puoi essere in disaccordo con loro,
citarli, non credere in loro, glorificarli o disprezzarli.
Ma l’unica cosa che tu non puoi fare è ignorarli.
Perchè loro cambiano le cose.

No, non sono diventato un poeta, non ne sarei mai capace. Queste righe sono state scritte da Jack Kerouac nel 1957 e sono tratte dal suo romanzo “On the road” (“Sulla strada“). Ebbene, queste righe non si possono leggere solo nella sua opera!
Anche se disponete di un monitor da 24″ o 30” probabilmente non avete mai fatto caso all’icona del programma TextEdit, il programma per scrivere testi che è installato di default con il sistema operativo (certo non completo come OpenOffice-Documento di testo).

textedit_small

Provate ad ingrandire l’icona originale (Edit.icns che trovate in Applications/TextEdit.app/Contents/Resources) ed ecco la sorpresa:

textedit

Ecco il testo tratto dall’opera di Jack Kerouac.
Come si vede, l’icona del programma riporta anche una chiusura con la frase usata frequentemente “Take care” (mi raccomando) e il nome di chi scrive, John Appeseed.
John Appeseed in realtà è John Chapman (1774-1847), un pioniere statunitense noto come Johnny Appleseed a causa della sua abitudine di piantare meli (Appleseed vuol dire seme di mela). Divenne famoso quando era ancora in vita ed è considerato uno dei precursori dell’attivismo ambientalista ed ecologista. Il suo nome è stato usato altre volte in passato da Apple durante alcune campagne pubblicitarie.
A questo punto però sorge spontanea una domanda la cui risposta per il momento non c’è: chi sarà mai la Kate a cui John Appeseed scrive?

Vuotare il cestino

Quando vuotiamo il cestino i files (o il file) in esso contenuti non vengono cancellati definitivamente dall’hard disk ma vengono solo cancellati i riferimenti per quei determinati files, dicendo in pratica al sistema operativo che lo spazio occupato dai files (o dal file) è libero e può essere riscritto.

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Apple: prima nella classifica delle società più innovative

Ogni anno la rivista americana BusinessWeek, in collaborazione con Boston Consulting, redige ogni anno la classifica delle società più innovative (Most Innovative Companies). Apple per il quinto anno consecutivo ha vinto questa speciale classifica, battendo società come Google, Microsoft, Samsung, Volkswagen e Coca Cola (queste ultime tre per la prima volta in classifica).

Da RAW a Jpeg – terza parte: usando Instant Jpeg From Raw

RawWorkflow.com, in collaborazione con Imagenomic LLC, già molto nota tra i fotografi professionisti per i suoi accessori fotografici, ha sviluppato un software gratuito per Mac (ed anche per Windows) chiamato Instant Jpeg From Raw.
Sfruttando la caratteristica dei file RAW che hanno incorporata una versione in Jpeg dell’immagine (anche se molte volte ad una risoluzione inferiore rispetto a quella della macchina fotografica e con i parametri di quest’ultima), questa utility è in grado di estrarre questi file Jpeg in brevissimo tempo e senza la necessità di far partire alcun programma in quanto si accede all’utility dal menù contestuale del mouse.

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Da RAW a Jpeg – prima parte: usando Photoshop

Scattando esclusivamente in RAW alcune volte c’è la necessità di avere un file Jpeg in tempi molto rapidi, per esempio per inviarlo immediatamente via email. Ormai le macchine professionali Canon (sia la 1D MarkIII che la 1Ds MarkIII che la più recente 5D MarkII) hanno la possibilità di salvare il file RAW ed in contemporanea anche il file .jpg le cui caratteristiche di dimensione e compressione devono essere impostate direttamente attraverso le funzioni della macchina stessa.
Così facendo però l’autonomia di scatti delle singole memory cards viene a diminuire, in quanto per ogni scatto ci saranno due file: uno RAW ed uno Jpeg. D’altra parte è altrettanto vero che in caso di urgenza dove non si può perdere neanche un secondo si hanno a disposizione immediatamente e contemporaneamente due versioni della medesima immagine.
Ma se tra lo scatto e l’uso del file Jpeg si ha a disposizione qualche secondo in più, la generazione di questo file può avvenire tranquillamente via software nel Mac.
Tre sono le possibilità che suggerisco e spiego in tre differenti articoli: la prima possibilità usando Photoshop CS4, la seconda usando Lightroom 2.x e la terza possibilità usando un’utility gratuita chiamata “Instant JPEG from raw” prodotta da RawWorkflow.

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